piccolo racconto senza immagini

Per una volta prendo la matita non per disegnare, ma per scrivervi un breve racconto in occasione della notte di Halloween, spero di non aver commesso troppi errori XD

A voi.

Sapete, alcune volte fatico a comprendere questa curiosa e quantomeno bizzarra situazione... da tempo ormai ho smesso di volerne capire il perché.

Una sera dopo una serata tra amici, decisi di tornare a piedi a casa sia per il fatto che una passeggiata avrebbe aiutato la mia pigra digestione a buttare giù le 5 portate di bagna cauda e tutto il vino bevuto (ero per caso ciucco?), sia perché avevo bisogno di schiarirmi le idee da solo; mi ritrovai senza volerlo nel camposanto poco distante da casa mia, non recintato con la sua bella fila di lapidi e mausolei.

La notte era incantevole: la luna splendeva in cielo e neanche una nuvola intorno per offuscarla; la stanchezza nelle gambe si faceva sentire, probabilmente l'alcol del vino, che aveva anche un gusto veramente orrendo (o erano le verdure?), aveva rilassato eccessivamente le mie membra, decisi di sedermi accanto ad una delle numerevoli lapidi che costellavano la collina del campo D; una marea di simili simboli di trapassati si parava davanti alla mia vista offuscata dai bicchieri di troppo, la luna illuminava tutta la collina.

Giusto per una curiosità del momento guardai a quale lapide mi fossi appoggiato, il nome non c'era ma portava una scritta semi sbiadita dal tempo “nato 15 dicembre 1897 – morto 31 ottobre 1917 ” controllai la data dal mio cellulare per fare un breve conto mentale di quanti inverni avesse sulle spalle quella tomba (93 anni? Ora il calcolo l'ho fatto giusto), cavolo, aveva la mia stessa età, non feci in tempo per rimettere il cellulare in tasca che qualcuno mi mi se la mano sulla spalla.

Dapprima pensai al vecchio guardiano del camposanto, ma guardandolo o guardandola meglio (francamente non ho ancora capito la sua natura) vidi che era una strana ombra, alta su per giù almeno dieci spanne mie, ok correggo circa due metri, e largo come un armadio quattro stagioni che vendono al mercatone...

La sua figura mi fece ombra oscurandomi pure la visione della luna, quand'ecco che mi chiese se volevo unirmi alla festa.

Esitai in un primo momento, poi annuii come fanno i muli, mi fece segno di seguirlo (o seguirla?) mi rialzai un po' a fatica sulle mie gambe, scendemmo la collina del campo D e mi ritrovai in una festa in una delle vie trasversali del camposanto, diversi fuochi accesi, alcuni di colore blu? C'era gente di ogni tipo, ma tutti vestiti allo stesso modo: da zombies; si sentivano musiche di ogni genere: da Thriller di Michael Jackson (che mi sembra di aver visto uno che faceva il suo cosplay-zombie in mezzo alla folla) alle canzoni metal dei Black Sabbath, non riuscivo a capire se tutto quello che vedevo e sentivo doveva avere un che di lugubre o di idiota, mentre stavo per grattarmi la testa sentii un corpo estraneo appoggiatovi sopra.

Lo presi, lo esaminai, sembrava un vecchio elmetto dell'esercito della prima guerra mondiale, ma aveva un grosso buco da parte, mi spaventai, lo lasciai cadere per terra e caddi anch'io in preda allo spavento. Caddi anch'io e sentii che il peso del mio corpo non era dato dagli eccessi della lauta cena, ma era dato da un grosso zaino pesante e pieno; i miei vesti erano cambiati , dov'erano i miei jeans? Dov'erano le mie scarpe? Cos'è questa divisa militare?

Un dubbio atroce mi assalì, mollai mio fardello dov'era il e risalii la collina con una foga tale da farmi ansimare come un maniaco sessuale quando arrivai alla lapide dove mi ero coricato poco prima. Lessi con cura l'intera lapide, ora il nome c'era ed era il mio! Cominciai a non sentire più il mio corpo rispondere come volevo; sentivo freddo in faccia, toccai e... mi mancava metà della mascella! Volli toccare anche con l'altro braccio, ma non potevo: ero senza un braccio! Poco per volta la mia divisa si stava squarciando e le parti del mio corpo si stavano smembrando lentamente.

L'orrore mi assalì tanto da farmi perdere l'equilibrio e farmi rotolare per la collina.

Di nuovo un colpo in testa, ma più forte, era del calcio di un fucile, e una voce cavernosa mi disse di svegliarmi, era ora di andare alla carica. Ancora intontito dal sonno chiesi la data, la risposta? 31 ottobre 1917 in trincea. L'ultima cosa che ricordo è un fischio che aumentava sempre di più..... 

Mister X